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Sabato 15 maggio 2004 è una giornata che resterà indelebile nel cuore di Claudio, di sua moglie Carla e, naturalmente, di tutti noi amici del suo moto club: il Moto Club Vizzolo. Claudio Ancellotti, in sella alla sua Guzzi V7 sport, vince il trofeo “Paolo Tordi” sulla pista di Rijeka in Croazia, nella categoria open. Cosa c’è di tanto straordinario in un pilota che vince una corsa in moto? Probabilmente, in un altro pilota niente ma con Claudio è tutto straordinario! Facciamo una piccola storia di questa strabiliante ed inaspettata, almeno per noi, vittoria. Innanzi tutto parliamo del pilota: appassionato da sempre di moto e velocità, come tanti cova la voglia di scendere in pista, ma non con una moto di quelle moderne tutta telemetria e mappature da modificare con una tastiera di computer, bensì con quelle di una volta: Benelli Sprite, Guzzi V7 sport, in poche parole moto d’epoca. Circa due anni fa arriva la moto: un Guzzi V7 sport appunto, ma non il mitico telaio rosso in pratica già pronto per la pista, ma uno normalissimo. Inizia la lunga preparazione, ma nemmeno Claudio ha ben chiaro cosa vuol fare. La moto è completamente smontata, e quando dico completamente intendo tutto, pezzo per pezzo. Ogni particolare viene controllato, pulito e lucidato, spesso sostituito. Piano piano, nel box di casa, attrezzato come e meglio della maggior parte delle officine che ci sono in giro, il Guzzi torna ad essere riassemblato, il telaio verniciato ed il motore ritorna al suo posto, chiuso ed alleggerito di tutto ciò che non serve in pista. Il magnifico e poderoso bicilindrico Guzzi! Solo noi guzzisti riusciamo a cogliere quella sensazione di potenza ed equilibrio che sprigiona il bicilindrico di Mandello. Il tempo passa inesorabile perché Claudio lavora intorno alla sua “creatura” solo nel tempo libero, la sera, la notte e nei fine settimana; dal lunedì al venerdì guida un camion. Esatto fa il camionaro come si suol dire. Nel frattempo arrivano il serbatoio ed il sellino, costruiti interamente a mano da uno specialista, in alluminio leggero e robusto. Il serbatoio è a “scomparti” così la benzina non “sbatte” nelle pieghe. Questi due pezzi ed altri, come due carburatori Dell’Orto da 40, sono stati dati a Claudio da un amico del moto club, anche lui con l’aquila di Mandello nel cuore: Giuseppe che ora tutti chiamano “lo sponsor”. Arriva anche la carena e tutto, dopo giorni e giorni di riflessioni e ripensamenti, è stato verniciato: lato destro rosso, lato sinistro verde e la parte superiore bianca. Il riassemblaggio prosegue: ammortizzatori, naturalmente Koni, pinze freni Brembo serie oro, recuperati in un mercatino. In un altro mercatino, a Mandello, in occasione delle GMG 2003, salta fuori un contagiri meccanico Veglia nuovo! Dopo lunghe ed estenuanti trattative è finalmente nelle mani di Claudio, pronto per essere montato sul Guzzi. Piccola annotazione sulla verniciatura: sempre in occasione delle GMG 2003, appena entrati nello stabilimento Guzzi, fa bella mostra di sé il bicilindrico preparato per la Coppa Europa. “ma è praticamente come la mia…” più o meno stessa disposizione dei colori. Il Guzzi è pronto, il motore gira, il cambio, dopo qualche aggiustamento, è a posto, resta da decidere dove andare per la prima discesa in pista. Ad una mostra di moto d’epoca Claudio incontra Acerbi padre, personaggio molto conosciuto, insieme al figlio, nel mondo della corse per moto d’epoca, e più o meno in gran segreto decidono di partire per il circuito di Rijeka dove il 14, 15 e 16 maggio si svolgono vari trofei: Alpe Adria, Paolo Tordi, ecc.. Caricata la Guzzi sul furgone insieme ad attrezzature varie finalmente si parte! La pista, naturalmente, è completamente sconosciuta per Claudio e, dopo qualche giro di adattamento, i tempi scendono al ritmo di due secondi la giro. Alla fine delle prove cronometrate è sesto nella categoria “open” che corre con le 500cc, ma con classifiche separate. E arriva il momento della gara. Noi, mentre leggiamo possiamo solo immaginare la grande concentrazione, mista ad emozione, di Claudio sulla griglia di partenza. La gara, ottimi tempi, il bicilindrico che gira come un orologio, giro su giro si recuperano posizioni. Accidenti qualcuno è caduto: gara ferma. Rischieramento, giro di ricognizione e via di nuovo. Piega a destra, piega a sinistra, l’asfalto che mangia la carena. Altra caduta. Fermi tutti di nuovo! Ancora alla griglia, rabbocco di benzina e si riparte. La tensione è ormai tanta, questi stop and go sono una vera tortura. Claudio comincia a pensare di farcela, in lui si delinea la convinzione che la vittoria non è poi così lontana, davanti a lui c’è solo un’Honda 750. Solo? Quell’Honda pesa 10 chili di meno ed è guidata da uno che corre da sempre. E’ quasi al termine della corsa, ancora poche curve e vedrà la bandiera a scacchi. Ormai Claudio ha imparato i punti dove tirare la staccata e proprio su quella curva cieca passa e va a vincere. Grande Claudio! Grande Guzzi! Sul gradino più alto del podio a stento trattiene le lacrime di gioia, tutti si complimentano e sicuramente più di un pilota si sarà domandato: ”ma da dove arriva questo? E poi su una Guzzi?” L’unica Moto Guzzi tra decine e decine di giapponesi. L’Aquila guidata da Claudio ha preso la preda più grossa, insieme hanno vinto alla loro prima uscita! Grazie Claudio. Dal tuo racconto della corsa, ascoltato domenica sera tirando giù la moto dal furgone, traspariva la tua gioia, la tua grande soddisfazione per aver ottenuto questa vittoria tutto da solo. Questa tua gioia è talmente coinvolgente che ci sembrava di essere lì con te a bordo pista, con il brontolio del bicilindrico nelle orecchie!
T&V
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